Eau de Parfum DEEP ISLAND

La collezione Simone Andreoli Diario Olfattivo si declina in tre capitoli: Sinestesia di Odori (Business Man e Deep Island), composizioni che viaggiano sulla pelle con note frizzanti e luminose; Scritture nel Buio(Camouflage e Sentosa), jus caldi che, con la complicità della notte, amano passeggiare tra le pieghe più dolci del corpo. Quattro itinerari per i quali non sono richiesti bagagli, visti e passaporti, ma solo il desiderio di uscire dai propri confini, anche interiori, per seguire l’istinto e il fremito del proprio naso; Pagine Remote (Silenzio) restano sopite dentro di noi, le pagine più intime della nostra storia. Rimangono scritte senza essere lette, le parole che sfuggono agli occhi ma che persistono nel cuore. Nonostante il tempo deforme, continuano a vivere dentro di noi. 

Rapito dal fumo interrogo il mio profondo per ricercare l’ essenza più perduta della mia persona, la mia anima. 

Non trovo risposte nitide ma navigo nel buio di questa pace interiore che sembra guidarmi come un maestro in ogni frammento del mio cuore.

In questa assidua ricerca mi sento ospitato in un oasi parallela al mondo, dove il tempo si ferma e tutto desiste dall’essere veloce e frenetico per diventare equilibrio del silenzio e dei sensi.

FAMIGLIA OLFATTIVA: Mirrata/muschiata

NOTE OLFATTIVE: Mirra, Musk, Incenso, Note minerali

DIARIO " Deep Island"

Lascio lo sguardo alle mie spalle mentre mi allontano da Hiroshima su questo traghetto che solca acque spettatrici di un tempo illeso nel suo abisso.

Inizio a scorgere da lontano l'imponente Tori del santuario di Itsukushima, dove convivono spiriti e uomini nel rispetto dell'antica cultura giapponese.

Mitsuko cammina con noi, con eleganza e portamento, capelli di seta e un intenso orizzonte bruno negli occhi. La pagoda ci accoglie e ci invita a togliere le vesti pesanti per indossare solo l'essenziale. La pagoda si veste di noi e sussurra le nostre ansie soffiandole in esilio dal nostro presente.

Mi accorgo che non sto più salendo tra quei corridoi soffusi, sto discendendo lentamente senza più vedermi. Allora non distinguo più il confine tra ombra e luce. Divento una figura distorta, sfocata che si cerca confusa tra mirre e muschi.

Ricordo un senso di smarrimento e di ordine in una mente conturbata da dubbi e incertezze, poi ad un tratto chiarezza e temperanza nell'equilibrio della ricerca. Ecco la quiete nel mio cuore, proteso ad ascoltare quest'isola raccontarsi con parole stanche, che presenti custodiscono il divenire della sua interiorità.